Nel panorama architettonico italiano del primo ventennio del Novecento Gino Coppedé, architetto fiorentino di orientamento eclettico, nel corso della sua attività professionale svolta principalmente tra la Liguria e la capitale, si avvicina, lambendone i caratteri stilistici formali soprattutto nell’ambito del dettaglio, a quello che in Italia venne definito “stil-nuovo” o “stile floreale” o Liberty, in altri termini la declinazione nazionale dell’Art Nouveau. Il presente contributo ripercorre - mediante l’analisi critica basata sulle modalità rappresentative e quindi grafico-comunicative adottate dall’architetto - il suo ultimo periodo di attività, quello che lo vede impegnato in molteplici interventi in ambito romano. L’intento è stato quello di provare ad interpretare quanto la figura di un professionista come Coppedé, artefice di una architettura orientata verso il mondo della finanza e dell'imprenditoria e quindi legata all'esigenza del lusso, fosse effettivamente coinvolta nel nuovo movimento culturale, o per contro quanto questa adesione si limitasse ad un uso strumentale. Gli esiti riteniamo indichino una terza via: se ammettiamo tra i possibili indicatori di una specifica identità culturale i trattamenti grafici, le modalità rappresentative, i tagli dei disegni, l’opera di Gino Coppedé assume una denotazione autonoma, difficilmente identificabile in un ambito stilisticamente definibile.
La declinazione grafica del Liberty nei disegni di architettura di Gino Coppedé / Carnevali, L.; Fasolo, M.; Lanfranchi, F.. - STAMPA. - Tomo I(2018), pp. 135-143. (Intervento presentato al convegno XVII Congreso Internacional de Expresion Grafica Arquitectonica tenutosi a Alicante, Spagna nel 30 and 31 May, 1 June of 2018).
La declinazione grafica del Liberty nei disegni di architettura di Gino Coppedé
L. Carnevali;M. Fasolo;F. Lanfranchi
2018
Abstract
Nel panorama architettonico italiano del primo ventennio del Novecento Gino Coppedé, architetto fiorentino di orientamento eclettico, nel corso della sua attività professionale svolta principalmente tra la Liguria e la capitale, si avvicina, lambendone i caratteri stilistici formali soprattutto nell’ambito del dettaglio, a quello che in Italia venne definito “stil-nuovo” o “stile floreale” o Liberty, in altri termini la declinazione nazionale dell’Art Nouveau. Il presente contributo ripercorre - mediante l’analisi critica basata sulle modalità rappresentative e quindi grafico-comunicative adottate dall’architetto - il suo ultimo periodo di attività, quello che lo vede impegnato in molteplici interventi in ambito romano. L’intento è stato quello di provare ad interpretare quanto la figura di un professionista come Coppedé, artefice di una architettura orientata verso il mondo della finanza e dell'imprenditoria e quindi legata all'esigenza del lusso, fosse effettivamente coinvolta nel nuovo movimento culturale, o per contro quanto questa adesione si limitasse ad un uso strumentale. Gli esiti riteniamo indichino una terza via: se ammettiamo tra i possibili indicatori di una specifica identità culturale i trattamenti grafici, le modalità rappresentative, i tagli dei disegni, l’opera di Gino Coppedé assume una denotazione autonoma, difficilmente identificabile in un ambito stilisticamente definibile.File | Dimensione | Formato | |
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